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Amiâ Zena

Genova è la città più bella del mondo!

Picussin da Cà Bruxâ

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Mag 5, 2021

Ciao Pirati dei Ratti!

Qualche giorno fa durante la lezione di italiano la Frau ci ha chiesto di scrivere un racconto personale! Questo racconto poteva essere una nostra esperienza, una nostra favola o qualcosa che un amico o parente ci ha raccontato.

Io ho deciso di scrivere una storia che mi racconta sempre mio nonno Ettore e tutte le volte che me la racconta mi diverto ad ascoltarlo e mi immagino o cosa successe…

Per questo racconto ho preso un bellissimo voto e spero che possa piacere anche a voi!

Picussin da Cà Bruxâ

“Nonno ma come era il mio bisnonno?”

“Non aveva paura di niente, anche perché aveva combattuto la guerra!”

“Raccontami una storia su di lui”

“Va bene…”

Era una notte buia con la luna piena. Il tuo bisnonno Pippo partì con la Giannina, il suo mulo, per arrivare a Casella, in paese, per vendere la carne.

Dal bosco si sentiva un gufo bubulare, le volpi uscivano a cacciare e, nell’alta montagna, le poiane cercavano i topi.

A quei tempi non esistevano strade asfaltate, ma solo un sentiero sul ciglio del burrone.

Dopo poco tempo si mise a piovere e gli apparve una persona misteriosa che gli disse “vieni a casa mia finché non smette di piovere così sei riparato!”

Lui lo guardò con la coda dell’occhio e gli disse che andava bene, così entrarono nella casa della persona che gli offrì una zuppa calda da mangiare davanti al caminetto.

Gli fece molto piacere, il legno nel caminetto di pietra scricchiolava ed emetteva un caldo non eccessivo ma piacevole.

Dopo essersi rilassato davanti al caminetto andò a vedere se piovesse ancora, ma purtroppo si. Quindi il signore che diceva di chiamarsi Picussin gli mostrò dov’era la stanza degli ospiti dove c’era solo una piccola finestra e un letto con un materasso fatto di paglia. La stanza era piccola e fredda con il muro di mattoni.

La stanza dì Picussin era al piano di sotto che si raggiungeva con una scala di legno.

Visto la stanchezza che aveva, il tuo bisnonno si stese sul letto e si mise a dormire.

All’improvviso, verso mezzanotte, sentì il legno scricchiolante della scala, qualcuno stava salendo le scale e si dirigeva verso la sua stanza e, visto che nel caminetto il fuoco era acceso, si vedeva l’ombra di una persona con un piccozzo in mano!!!

Lui fece finta di dormire finché non arrivò sopra di lui e, proprio nel momento in cui gliela stava per piantare nel petto, lo fermò.

Gli salì un brivido sulla schiena e aveva il cuore in gola così lanciò la piccozza fuori dalla piccola finestra per poi colpirlo con un pugno in testa che lo fece svenire.

Così lo carico sul carro, fuori fortunatamente aveva sommesso di piovere, e in tutta tranquillità, lo portò ai carabinieri e il tuo bisnonno si preparò per vendere la carne.

“Alla fine si scoprì dove era finita tutta la gente che passava di lì e non tornava più.. Picosìn teneva i cadaveri sotto al letto!”

“Che orrore, e cosa gli è successo poi?”

“Dopo poco tempo che era in prigione Picosìn evase e si bruciò insieme alla sua casa che è ancora in fondo ad un burrone su una strada che percorriamo tutti!!!”

Dopo essersi bruciato insieme alla sua casa fu chiamato da tutti

PICUSSIN DA CÀ BRUXÂ

Spero che questa piccola storia che mi racconta spesso mio nonno sia di vostro gradimento e se qualcuno ha voglia di raccontarmi una storia da pubblicare sul mio blog sarò felice di condividerla!

Ciao a tutti P.

1 commento su “Picussin da Cà Bruxâ”

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