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Amiâ Zena

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Il ciliegio della Val Bisagno

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Lug 14, 2023

Ciao Pirati dei Ratti!!!

La conoscete la storia del ciliegio della Val Bisagno?

Leggete il racconto qui sotto e se avete voglia condividete e commentate!

Buona lettura

Il Ciliegio della Val Bisagno


Molti anni fa, nella pittoresca Val Bisagno, viveva una giovane coppia di nome Margherita e Martino. Margherita era una donna dalla bellezza incantevole, con profondi occhi azzurri che risplendevano come il cielo sereno e capelli dal colore mogano che le incorniciavano il viso delicato. Martino, invece, era un giovane contadino alto e possente, con forti braccia che si erano scolpite nel lavoro dei campi, e la pelle abbronzata dal sole che testimoniava le sue fatiche quotidiane.

I due conducevano una vita semplice, dedicandosi alla coltivazione della terra e alla cura dei frutti che nascevano dalle piante del loro amato terreno. Mentre Martino si occupava con passione delle colture, Margherita metteva il suo talento culinario al servizio della preparazione di conserve e prodotti prelibati, che Martino avrebbe portato al mercato orientale di Genova per venderli.



Durante i mesi primaverili ed estivi, quando la natura era in piena fioritura, Margherita e Martino amavano trascorrere i loro pranzi sotto l’ombra benefica di un maestoso ciliegio. Quell’albero era stato piantato molti anni prima dal nonno di Martino e si ergeva fiero nel mezzo del loro terreno, offrendo riparo e dolcezza ai loro momenti di condivisione. Ma ciò che amavano di più era sedersi sotto il ciliegio quando era in fiore, un vero spettacolo per gli occhi e per il cuore.

Un giorno di marzo, una leggera brezza primaverile carezzava le morbide corolle rosa dei fiori del ciliegio. I petali si districavano delicatamente, danzando nell’aria come fiocchi di neve rosa, mentre il sole brillava sopra di loro, creando un bagliore dorato che illuminava tutto il paesaggio. L’aria era pervasa da un profumo dolce e avvolgente, una miscela di fragranza floreale e terra bagnata, che faceva sussultare i sensi di Margherita e Martino.


I due innamorati si sedettero sotto l’albero in fiore, le loro mani si intrecciarono amorevolmente, e i loro occhi si fissarono con un’intensità profonda. Margherita, con il suo sorriso radioso, guardava Martino negli occhi, riconoscendo in lui il suo compagno di vita, il suo amore e il suo sostegno. Martino, con un’affettuosa dolcezza nel suo sguardo, ammirava Margherita, riconoscendo in lei la bellezza e la forza che lo avevano catturato fin dal primo istante.



Mentre si scambiavano un bacio tenero, i mille fiori del ciliegio sembravano sfumare, lasciando spazio solo a loro due. Il colore bianco dei petali si confondeva con il rossore delle loro guance, creando un’armonia perfetta tra l’amore dei due e la bellezza della natura circostante. Il vento gentile accarezzava dolcemente i loro capelli, portando con sé il profumo dei fiori e sussurrando loro parole di amore e serenità.

Con riluttanza, Margherita e Martino si separarono, consapevoli che era giunto il momento per Martino di partire per il mercato. Si guardarono ancora una volta, sapendo di avere un legame indissolubile e la promessa di un ritorno. Poi, con un sorriso amorevole, Martino salì sul carro, trainato dal suo fedele cavallo, e si allontanò nel paesaggio campestre, lasciando Margherita sotto il ciliegio in fiore.

Mentre il rumore dei passi del cavallo si allontanava, Margherita rimase lì, seduta sotto il ciliegio, gli occhi persi nell’infinito. Un misto di sentimenti le riempiva il cuore: la gioia di amare e essere amata, la solitudine che ogni separazione porta con sé e l’attesa fiduciosa di un futuro insieme. Guardando i petali cadere lentamente a terra, Margherita sussurrò una promessa al ciliegio: sarebbe rimasta fedele all’amore di Martino e al loro ciliegio, custodendo gelosamente i ricordi dei momenti trascorsi sotto le sue fronde fiorite.


E così, mentre il ciliegio continuava a sbocciare e a regalare i suoi fiori ad ogni primavera, il legame tra Margherita e Martino restò saldo, come le radici che ancoravano quell’albero al suolo. Il loro amore, nutrito dalla passione per la terra e l’incanto della natura, avrebbe resistito alle prove del tempo, come il ciliegio che, nonostante le stagioni che passavano, sarebbe fiorito ancora e ancora, perpetuando la bellezza e la speranza che vivevano nei cuori di quegli innamorati.


Martino fece ritorno a casa con il cuore gonfio di felicità per l’atteso ritorno. Mentre si avvicinava al loro amato ciliegio, l’entusiasmo cedette il passo a un senso di smarrimento e terrore. L’albero che, quella stessa mattina, era stato un trionfo di petali bianchi, ora era completamente spoglio, privato della sua bellezza. Un senso di angoscia gli avvolse il petto.

Si precipitò verso l’albero, e sotto ai petali caduti, come una coltre bianca, scorse un corpo sdraiato. Il cuore gli si fermò per un attimo, mentre la mente rifiutava di accettare la realtà. Con le mani tremanti, spostò i fiori, rivelando il corpo inerte di Margherita. Il suo volto, una volta così vivo e radioso, ora era pallido e senza vita.

I colori che un tempo abbellivano il loro mondo sembravano svanire, sostituiti da un grigio cupo e opaco. Il cielo, che poco prima era stato un azzurro vibrante, si tingeva di grigiore, riflettendo il dolore che Martino provava nel profondo del suo essere. I petali caduti, una volta bianchi con una punta di dolce rosa vivace, ora sembravano lacrime silenziose, sparse come un manto di tristezza.


L’aria, che in precedenza aveva portato profumi delicati e freschi, sembrava carica di tristezza e disperazione. Il dolce aroma floreale era stato sostituito da un sentore di lutto e di perdita. Ogni respiro di Martino era impregnato di dolore e sgomento, mentre il vento portava con sé un sussurro malinconico che sembrava piangere insieme a lui.

Martino si inginocchiò accanto al corpo di Margherita, le sue mani tremanti cercarono il calore che ora era svanito. I suoi occhi, che un tempo brillavano di amore, si riempirono di lacrime mentre stringeva il corpo senza vita della sua amata. La sua voce si spezzò in un singhiozzo silenzioso, mentre una marea di emozioni travolgeva la sua anima.

La tristezza, la rabbia e il senso di colpa si intrecciavano in un vortice tormentato all’interno di Martino. Il suo cuore era spezzato, e l’albero di ciliegio, una volta simbolo dell’amore eterno tra lui e Margherita, sembrava ora trasmettere solo il dolore della sua perdita insopportabile.

In quel tragico istante, Martino sentì che il suo mondo si era capovolto, che la luce che aveva brillato nella sua vita si era spenta per sempre. Non c’erano parole che potessero descrivere l’intensità del suo dolore, solo un vuoto profondo che sembrava inghiottirlo.

Mentre Martino piangeva accanto al corpo senza vita di Margherita, il mondo intorno a lui sembrava condividere il suo dolore. Il sole si nascose dietro nuvole grigie, lasciando cadere un manto di tristezza sulla scena. Gli uccelli cessarono i loro canti, come se partecipassero al lutto, e il vento portava con sé solo il suono del silenzio e della disperazione.

Così, tra i petali caduti e le lacrime che bagnavano il terreno, Martino rimase lì, aggrappato all’amore che era stato strappato via da lui. Il ciliegio, una volta simbolo di speranza e felicità, ora si stagliava come una testimonianza mesta di un amore spezzato. In quel momento, tutto ciò che rimaneva era un mare di tristezza e il ricordo indelebile di Margherita, l’angelo che aveva colorato la sua vita con la sua presenza.



Martino, tormentato dal mistero che avvolgeva la morte di Margherita, si mise alla ricerca di risposte. Interpellò medici, chiese aiuto a sensitivi e cercò indizi ovunque potesse, ma il velo di silenzio sembrava impossibile da squarciare. Nessuno poteva svelare il segreto che aveva portato via la sua amata.

Il 23 marzo, il giorno in cui Margherita era morta, Martino, con il cuore ormai indurito dal dolore, si trovava a lavorare nei campi come faceva ogni giorno. Improvvisamente, un vento gelido proveniente da nord attraversò la valle. In un attimo, tutti i fiori del ciliegio caddero a terra, formando una coperta di petali come un omaggio silenzioso a Margherita.

Quel fenomeno si ripeté ogni anno, puntualmente il 23 marzo. Il ciliegio, privato dei suoi fiori, non poteva generare frutti, così come Margherita non avrebbe mai potuto dare alla luce la vita che un tempo aveva sognato con Martino. Era come se l’albero volesse rendere omaggio alla donna che aveva amato, condividendo il suo destino di sterilità e di perdita.

Per Martino, ogni 23 marzo era un momento di commovente raccoglimento. Mentre osservava i petali che ricoprivano il terreno, poteva sentire l’eco dei ricordi di Margherita che si stagliavano nella sua mente. I petali caduti rappresentavano l’amore spezzato e la vita che non sarebbe mai più sbocciata per loro. Era un simbolo potente della loro unione interrotta e delle promesse infrante.

Quando il ciliegio perdeva i suoi fiori, Martino si ritrovava a confrontarsi con il suo dolore più profondo. Ogni petalo caduto era come una lacrima che cadeva, portando con sé la tristezza della perdita. Ma era anche un segno tangibile dell’amore che aveva vissuto e che, nonostante tutto, non si era mai dissolto. Quei petali erano la prova che Margherita era ancora presente nel suo cuore, un ricordo vivido che il tempo non poteva cancellare.

Così, per ogni anno di vita di Martino, il ciliegio continuò a spogliarsi il 23 marzo, mantenendo viva la memoria di Margherita. L’albero non avrebbe più portato frutti, ma il suo significato andava oltre la semplice fertilità. Era un simbolo di fedeltà, di amore eterno e di una promessa mai dimenticata.



Martino, nel vedere quei fiori caduti, sapeva che avrebbe continuato a onorare la memoria di Margherita per tutta la sua vita. L’albero senza frutti rappresentava l’amore che non poteva essere consumato ma che resisteva nel tempo, portando con sé la dolcezza e l’amaro della loro storia interrotta.

E così, Martino rimase accanto al ciliegio, ogni anno, mentre i petali cadevano a terra. Con gli occhi colmi di tristezza e gratitudine, si lasciò avvolgere da quel gesto silenzioso dell’albero, trovando conforto nel ricordo di Margherita e nella consapevolezza che il loro amore avrebbe brillato per sempre, anche se solo nei ricordi e nei petali che si spargevano al suo cospetto.

La storia di Margherita e Martino, legata al mistero del ciliegio dell’amore eterno, rimase confinata tra le mura della Val Bisagno. Solo coloro che vissero in quel periodo, insieme a poche altre anime fortunate cui fu tramandata, conoscono il segreto di questa storia d’amore eterno.

E così, nel corso degli anni, la conoscenza dell’esistenza dell’albero speciale si perse nella memoria collettiva. Solo pochissimi individui erano a conoscenza del luogo esatto in cui si trovava il ciliegio, simbolo indelebile dell’amore e della perdita di Margherita e Martino.

Tuttavia, se per caso vi trovaste in Val Bisagno il 23 marzo, vi invito a prestare attenzione. Mentre passeggerete tra quei luoghi, potreste incrociare uno straordinario spettacolo della natura. Se vedrete un maestoso albero di ciliegio con un folto mantello di fiori disteso a terra, quel potrebbe essere l’albero di Margherita e Martino.

Siate rispettosi e consapevoli della potenza e della sacralità di quel momento. Riconoscete l’amore eterno che risiede in quei petali caduti, e lasciate che la storia di Margherita e Martino riecheggi nei vostri cuori.

Poche persone conoscono questo segreto, ma ogni 23 marzo, quando il ciliegio perde i suoi fiori, la magia dell’amore di Margherita e Martino si rinnova, anche se solo pochi eletti possono essere testimoni di questo spettacolo. Che la bellezza e l’essenza di questa storia d’amore eterno continuino a brillare nel cuore di coloro che la conoscono e la custodiscono gelosamente.

E così, nel cuore della Val Bisagno, l’albero di Margherita e Martino resta come un simbolo silenzioso di un amore che supera il tempo e le barriere della vita. Che il suo leggendario ciliegio continui a raccontare la loro storia e a ispirare coloro che si avvicinano a lui con umiltà e rispetto.

Spero che questo racconto vi sia piaciuto e se avete voglia di condividere racconti oppure esperienze sarebbe per noi un piacere pubblicare e condividere!

Ciao Pirati!

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